Morte o invalidità per errore medico: i diritti dei familiari
Quando una persona cara perde la vita o subisce un’invalidità permanente a causa di un errore medico, il dolore si unisce all’incredulità e all’impotenza. Ma in questi casi è fondamentale sapere che l’ordinamento giuridico italiano riconosce precisi diritti ai familiari, sia sul piano morale che economico.
Morte o invalidità per errore medico: i diritti dei familiari non sono solo un concetto astratto, ma una tutela concreta prevista dalla legge e supportata da numerose pronunce della Cassazione.
Vediamo in dettaglio cosa prevede la normativa e come agire per ottenere giustizia.
1. Responsabilità medica e danno da perdita del rapporto parentale
In caso di decesso o invalidità grave causati da negligenza medica, la responsabilità del sanitario o della struttura sanitaria si fonda sugli articoli 2043 e 1218 del Codice Civile.
Nel caso di morte, i familiari stretti – coniuge, figli, genitori e, in alcuni casi, fratelli – hanno diritto a ottenere il risarcimento del danno da perdita del rapporto parentale, un danno di natura non patrimoniale, riconosciuto quando si perde una relazione affettiva importante.
Nel caso di invalidità permanente, oltre al danno morale, si può chiedere anche il danno patrimoniale indiretto, ad esempio per le spese mediche, l’assistenza continuativa o la perdita di reddito del congiunto danneggiato.
La quantificazione dei danni segue le tabelle previste dai tribunali (ad esempio quelle del Tribunale di Milano), che indicano un valore economico basato su diversi fattori: età del defunto e del familiare, intensità del legame, convivenza, ecc.
2. Morte o invalidità per errore medico: i diritti dei familiari secondo la Cassazione
La giurisprudenza ha costantemente riconosciuto e ampliato i diritti dei familiari in casi di malasanità.
Con la sentenza n. 28989/2019 la Corte di Cassazione ha stabilito che il danno subito dai familiari per la perdita del rapporto affettivo può essere presunto, ovvero non è necessario provarlo dettagliatamente con documenti, ma basta dimostrare l’esistenza di un legame familiare stretto.
Anche in caso di invalidità grave, la Cassazione ha riconosciuto il diritto al risarcimento ai familiari per il “danno riflesso”, ovvero il danno subito indirettamente a causa della sofferenza e delle ripercussioni sull’equilibrio familiare.
È importante sapere che il termine per agire è di 5 anni (termine di prescrizione per il danno extracontrattuale), che decorrono dalla conoscenza dell’errore medico e del danno subito. Nei casi più complessi, la decorrenza può iniziare dal momento della perizia medico-legale che certifica il nesso causale tra l’errore e il decesso o l’invalidità.
3. Cosa fare in caso di sospetto errore medico con conseguenze gravi
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Morte o invalidità per errore medico: i diritti dei familiari
Morte o invalidità per errore medico: i diritti dei familiari non possono essere esercitati senza un’adeguata valutazione medico-legale. Il primo passo è richiedere la cartella clinica completa presso la struttura sanitaria.
Successivamente, è necessario affidarsi a un avvocato esperto in responsabilità medica, che si avvalga della consulenza di un medico legale per accertare:
• la sussistenza dell’errore medico (es. diagnosi sbagliata, trattamento errato, negligenza durante l’intervento);
• il nesso causale tra la condotta del medico e l’evento dannoso (morte o invalidità);
• l’effettiva entità del danno risarcibile.
Solo con queste basi solide è possibile intraprendere un’azione legale efficace e richiedere un risarcimento economico congruo, sia a titolo di danno morale che patrimoniale.
4. Quanto si può ottenere di risarcimento e come si struttura la causa
Gli importi variano a seconda della gravità del danno e del numero di familiari legittimati. Nei casi più gravi, la giurisprudenza ha riconosciuto risarcimenti anche superiori ai 300.000 euro per ciascun familiare, in presenza di legami stretti e comprovato dolore.
La procedura può essere:
• stragiudiziale, con una richiesta danni alla struttura sanitaria e all’assicurazione;
• giudiziale, con un vero e proprio processo civile, qualora non si raggiunga un accordo.
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