Divisione ereditaria: cosa fare se uno degli eredi si oppone
Nel momento in cui si apre una successione con più beneficiari, è frequente che emergano contrasti tra gli eredi. Divisione ereditaria: cosa fare se uno degli eredi si oppone è una delle problematiche legali più delicate e diffuse: il dissenso anche di un solo coerede può bloccare l’intero procedimento, generando disagi e danni patrimoniali.
In questo articolo analizziamo in modo chiaro e pratico quali sono i diritti di ciascun erede, come agire in caso di opposizione e quali strumenti legali offre l’ordinamento italiano per ottenere la divisione.
Divisione ereditaria: cosa fare se uno degli eredi si oppone all’accordo bonario
La divisione ereditaria è disciplinata dagli articoli 713 e seguenti del Codice Civile. Ogni coerede ha diritto a ottenere la propria quota del patrimonio, e nessuno può essere costretto a restare nella comunione ereditaria.
Quando tutti i coeredi sono d’accordo, la divisione può avvenire in modo consensuale, tramite atto notarile o scrittura privata, se non vi sono immobili. Tuttavia, non di rado uno degli eredi si oppone all’accordo, bloccando ogni proposta, talvolta per ragioni personali, altre volte per pretese eccessive.
In questi casi è fondamentale affidarsi a un avvocato esperto in successioni, che possa inviare una diffida formale o gestire un tentativo di mediazione con obiettività e rigore tecnico.
Divisione ereditaria: cosa fare se uno degli eredi si oppone anche dopo la mediazione obbligatoria
È importante sapere che la legge impone l’obbligo di avviare una procedura di mediazione prima di fare causa. Lo stabilisce il D.lgs. 28/2010, che inserisce la divisione ereditaria tra le materie per cui la mediazione è condizione di procedibilità.
In pratica, se uno degli eredi si oppone e non si raggiunge un accordo stragiudiziale, è necessario presentare domanda di mediazione presso un organismo autorizzato. Solo dopo il primo incontro, se non si trova un’intesa, si potrà procedere in tribunale.
Il rifiuto ingiustificato a partecipare alla mediazione può anche comportare sanzioni economiche da parte del giudice, oltre che rallentare l’intero processo.
L’azione giudiziale per ottenere la divisione
Se la mediazione non ha esito positivo, il coerede che desidera la divisione può promuovere un’azione giudiziale, senza necessità di accordo da parte degli altri.
L’azione è regolata dagli articoli 784 e seguenti del Codice di Procedura Civile e può prevedere:
• L’identificazione dei beni ereditari;
• La nomina di un perito per valutazioni tecniche;
• La formazione di lotti divisibili;
• La vendita all’asta dei beni indivisibili, con ripartizione del ricavato.
Il giudice tutela il diritto alla divisione e, se necessario, può disporre soluzioni forzose per garantire l’uscita dalla comunione ereditaria anche contro la volontà del coerede oppositore.
Quando l’opposizione diventa abuso del diritto
Nessun erede può bloccare indefinitamente la divisione solo per ostacolare gli altri. In alcuni casi, la condotta dell’erede può configurare un abuso del diritto: cioè un uso scorretto e pretestuoso del proprio potere di veto.
Questo può aprire la strada a una richiesta di risarcimento del danno o a provvedimenti specifici del giudice, soprattutto se il blocco impedisce la gestione o la liquidazione di beni rilevanti (es. immobili, aziende, quote societarie).
Come sbloccare la situazione: affidati a consulenzalegale24.it
Divisione ereditaria: cosa fare se uno degli eredi si oppone non è solo una questione di diritto, ma un tema complesso che coinvolge rapporti familiari, patrimonio e tempi legali.
Il rischio maggiore è lasciare che il tempo peggiori la situazione, con beni inutilizzati, rapporti compromessi e costi legali crescenti.
Per questo motivo, è fondamentale agire con competenza e strategia sin dalle prime fasi, affidandosi a professionisti del settore.
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